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L’ARTE, LA CONOSCENZA E LA CULTURA DEL CONVIVERE DUALE PER CONTRASTARE ED ELIMINARE LA VIOLENZA DI GENERE

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Categoria
Spettacoli
Data
Domenica 20 November 2022 17:00
Luogo
SALA SCICLUNA - Via R. Martorelli 78 - TORINO
Telefono
+39 347 4002314
Email
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Progetto fiorito nel contesto delle iniziative dedicate

presso Sala Scicluna alla

“Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Anno 2022

      

L’ARTE,

LA CONOSCENZA E LA CULTURA DEL CONVIVERE DUALE

PER CONTRASTARE ED ELIMINARE LA VIOLENZA DI GENERE

promosso da:

Unione Donne del TerzoMillennio ODV – centro antiviolenza,

Associazione Culturale “Joseph Scicluna”, Sala Scicluna

Obiettivi:

Il Centro Donne Contro la Violenza – il primo operante nella Città di Torino e nella Regione Piemonte, insieme all’ Associazione Culturale Jospeh Scicluna, ha avviato una stretta collaborazione con Sala Scicluna, spazio dedicato al Teatro, alle Arti e alla Formazione, diretto da Katia Capato (attrice e regista). Situato in Barriera di Milano, quartiere considerato tutt’oggi nevralgico, incontra il “desiderio” antico dell’Unione delle Donne di Torino di lavorare per migliorare la vita di tutt*. Tale collaborazione è un bel modo per “incontrare” la cittadinanza cosiddetta di “periferia”. Luogo accogliente dove scambiarsi “parola” e creare nuove relazioni, nuovi legami sociali con l’intento di allargare, sul piano culturale delle Pari opportunità, la conoscenza dell’Altra, dell’Altro; considerato che un vivere sociale meno conflittuale, civile e democratico, è necessario per ognuna, ognuno di Noi.

Descrizione del progetto:

La democrazia che caratterizza il nostro Paese è stata realizzata dopo vicende storiche dolorose.

Alle donne e agli uomini che vi hanno partecipato, in massa, dobbiamo il nostro riconoscimento, la libertà e i principi stessi della nostra democrazia. Democrazia sostanziale che, sempre più andiamo imparando e applicando nella vita di tutti i giorni, si attua soprattutto, grazie al principio della condivisione di regole e di comportamenti virtuosi dei “soggetti” cittadine/i consapevoli. Con attenzione particolare a quanto accade oggi, ai grandi cambiamenti, alle riforme che ristrutturano e organizzano la società moderna, il nostro modo di pensare è guardare il “reale” che abbiamo intorno.

In una società come la nostra, così ricca di diversità, di identità, di singolarità che tendono a non rispettarsi, a condividere talvolta dimenticando, ciò che sta alla base di tutto: la dignità della persona. Abbiamo imparato che noi donne, per portare avanti un - progetto di formazione - occorre metterci sul piano dello scambio, del dialogo e del confronto e se vogliamo realizzarlo abbiamo bisogno che donne e uomini, ragazze e ragazzi si diano del “tempo”. Tempo per sé, tempo per l’altra, tempo per l’altro.                  

Tempo che ci possiamo permettere per sostenere “l’Essere”, il pensante, senza perdere il senso della propria vita; convinte come siamo che il “cambiamento” abbia la necessità di essere sostenuto.  

IO VOGLIO L’ISTRUZIONE,

ESIGO CONOSCENZA,

ADORO LA CULTURA

E, SE RIMANGO SENZA,

RESTO PER SEMPRE SCHIAVA,

PERDUTA NELL’ASSENZA!

(da Traduzione in versi di Daniela Margheriti.

Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna. O.N.U., dicembre 1979 – ed. NOIDONNE)

                                                

Gli spazi teatrali di Sala Scicluna verranno pertanto messi a disposizione al fine di promuovere questo intento.

Nell’ambito dell’iniziativa verranno ospitati i seguenti progetti artistici, a cui precederà nei giorni di rappresentazione una breve introduzione a cura di Unione Donne del Terzo Millennio - ODV – centro antiviolenza :

SAB O5 NOV 2022 – ORE 20:45

PENELOPE

Da un progetto di Cordelia Stagno,

uno spettacolo di Cordelia Stagno e Lucia Falco, con la partecipazione speciale di Aurelio Zafarana.

Note su “Penelope”.

Di Lucia Falco e Cordelia Stagno

 

Come regista mi interessa proporre un punto di vista diverso rispetto a quello dell’autore, mostrando una Molly Bloom inedita. Se in questa versione di “Penelope” i fatti sono i medesimi e rispettano tutto l’impianto di Joyce, è il “sentimento” il nocciolo su cui intendo lavorare. Joyce faceva vedere una donna che diceva SI alla vita e lo diceva con entusiasmo più volte, io invece voglio fare vedere la stessa donna, con la stessa storia e gli stessi pensieri, accusare il colpo duro della vita. Adesso in Molly esiste il dubbio, c’è una sofferenza. Nulla è cambiato nei fatti. Ma tutte le cose che ha vissuto possono essere tranquillamente reali, vissute da donne reali, con la naturale amarezza che accompagna il tempo passato e la gioventù andata. Oggi siamo nel 2022, ed è passato un secolo da quella Molly rivoluzionaria. Io e Cordelia Stagno (una neo donna, nata di sesso maschile), abbiamo scelto di basare questo concept su una grande abbuffata. Personalmente, mi interessa fare vedere non la camera da letto immaginata da Joyce, ma far entrare il pubblico nella mente di Molly. Voglio ambientare la scena dentro il suo cervello e non intorno al suo corpo, e dentro il suo cervello, per me, c’è un banchetto, una grande abbuffata, un atto bulimico: sono tutti pensieri, emozioni e ricordi molto forti attraverso i quali Molly divora se stessa. Nel corso dello spettacolo il pubblico viene coinvolto attivamente nei pensieri di Molly (attraverso una serie di domande e risposte, come fosse una chiaccherata tra commensali), perché mi piace che il pubblico possa venire a far parte dei pensieri di un personaggio inesistente, mi piace cercare di creare un piano di collegamento tra reale e fantastico, e mi pare che far dialogare un personaggio immaginario con persone reali aumenti non solo le potenzialità delle azioni, ma aiuti a creare un legame empatico più vero, e quindi capace di mettere tutti in discussione (attrice e pubblico). Un ultima considerazione, molto importante: i pensieri di Molly sono pensieri scritti da un uomo, non dimentichiamolo; per questa ragione, trovo perfettamente calzante che ad interpretare Molly sia proprio una neo donna come Cordelia (nata di sesso maschile), un’artista cioè che abbia naturalmente la capacità di far convivere dentro di sé i due principi, femminile e maschile, così da rendere manifesta l’ambiguità letteraria originaria.

Lucia Falco

Quando ho pensato di trasformare il celebre monologo di Molly Bloom in una performance, ho subito compreso che un’operazione artistica di questa portata avrebbe implicato necessariamente una riflessione sul tema dei generi. Una riflessione che non volevo fosse esplicitata nell’attuazione del lavoro, e che non doveva in alcun modo diventare il tema dello spettacolo. Ma, inevitabilmente, sapevo che queste istanze, queste domande, questi punti oscuri sarebbero riverberati nel mio personaggio di Molly. “Penelope” è il capitolo conclusivo del più importante romanzo della letteratura moderna, l’Ulisse di James Joyce. E’ importante rilevare che Joyce scelse di affidare alla voce di una donna la parte conclusiva di quest’opera fondamentale. Perché quella voce doveva avere la potenza, la naturalezza e la forza vitale che solo una donna può avere, nel momento in cui è necessario trovare un senso nuovo alla cose, un senso che superi la freddezza analitica prettamente maschile e che nella festa della carne, nella festa dei sensi e nella festa delle emozioni venga finalmente alla luce. Molly Bloom, fa questo: da alla luce. Eppure, nella realtà, Molly è stata partorita da un uomo. Joyce disse che per dare vita al personaggio di Molly usò come prototipo femminile sua moglie, Nora. E’ davvero donna, Molly Bloom? O è solo un’abile travestimento letterario? La domanda, ancora più netta, potrebbe essere: è mai esistita, o esiste, una donna così? Quale che sia la risposta, Joyce ha trasformato in un flusso di coscienza ininterrotto, privo di punteggiatura, un’Idea del femminile. O forse, qualcosa di molto più potente e inafferrabile: un archetipo. Ecco, io credo nel potere miracoloso e divino degli archetipi. E credo che ognuno di noi, maschio o femmina, uomo o donna, abbia le chiavi per entrare in quel giardino segreto dove gli archetipi esistono senza tempo. E ancora di più, credo non vi sia altro modo per entrare in contatto con il nostro opposto, per stabilire una connessione profonda con il maschile o con il femminile, così da trovare quel femminile, o quel maschile, nel profondo di noi, e dargli vita. E allora, alla luce dell’esplorazione del femminile che sto compiendo da due anni dentro di me, con il totale coinvolgimento del mio corpo e delle mie emozioni, mi sembrava assolutamente naturale che Molly Bloom passasse dalle mani di Joyce alle mie. Cercherò di dare a Molly il mio corpo. Cercherò di darle la mia femminilità. Userò poche parole, ma userò molto la bocca, comunque. E poi che festa sia, anche attraverso le ferite, e nella luce della consapevolezza.

Cordelia Stagno

Penelope è un dramma da tavola, una confessione da condividere con fantasmi che sono commensali, con degli sconosciuti che sono i miei pensieri, con delle persone reali che si mangiano i miei respiri, mentre io mangio la mia vita. Perché questo flusso di coscienza di Molly Bloom, senza punti e virgole, questo brodo mentale scritto da Joyce per chiudere il suo Ulisse, per me è questa roba qua: una grande abbuffata, nella quale mi divoro gli amanti, il marito, la figlia e la gioventù andata. Ma non faccio solo questo, faccio anche altro, e lo faccio sfiorando il pubblico con le mie parole, con i miei occhi, con le mie gambe, con le mie rughe. Sì, perché Penelope è un dramma nel quale una parte del pubblico è invitata a sedersi a tavola, insieme a me, mentre i restanti ospiti possono prendere posto intorno alla scena. Il celebre monologo di Molly Bloom fu all'epoca censurato e marchiato di oscenità, e Joyce dovette aspettare molti anni prima che un editore (francese) desse alle stampe la sua opera. Io cerco di restituire quel flusso di ricordi al corpo, di restituirlo alla carne, di restituirlo al tempo che fugge, estraendo le emozioni, il sudore e il movimento dalle parole, fino a svuotarle, in uno scantinato dove il disordine riempie i bicchieri e il cameriere serve solo pietanze fredde.

DOM 20 NOVEMBRE – ORE 17:00

NDP (Niente di Personale)

UNA MOSTRA INTERATTIVA - UN'ESPERIENZA MULTISENSORIALE

UNO SPETTACOLO MULTIARTISTICO

di Doriana De Vecchi,

in collaborazione con la compagnia teatrale NdP

e il Circolo Fotografico Casellese,

ispirato all'omonimo romanzo dell'autrice (Edizioni Effetto).

Attori e interpreti:

Gerry Siracusa, Ivana Posti, Anna Rita Andreola,

Luigi Martinotti, Doriana De Vecchi, Ilaria Romeo, Laura Saturnino

Tecnico luci, video e rendering 3D: Roberto De Lucia

Costumi: Silvia Sales

Tutti noi non siamo altro che acrobati sul filo teso della vita, tra scelte, sogni, desideri e occasioni. Due storie vere che si intrecciano e che ci mostrano in concreto come il potere dell'empatia, del dialogo, della delicatezza e dell'ascolto possano ricostruire da dentro i buchi di due cuori feriti dalla violenza. Lo sa bene Peter, in fuga dalla guerra dell'Isis in Africa, che viene accolto in una scuola acrobatica a Torino, e insieme a Chiara, vittima di violenza psicologica, fa luce sul significato del vivere, con risolutezza, entusiasmo, tenacia e delicatezza. La storia racconta di anime e vite diverse che si incontrano, si comprendono, e si tuffano nella libertà superando insieme i limiti e le paure per restare in equilibrio. Lo spettatore diventa il testimone di un accadimento umano che va oltre l'intrattenimento e verrà guidato in un

viaggio emotivo in cui ritroverà anche se stesso, perché ognuno nel suo piccolo ha bisogno di un po di ener(gioia) da tenere a portata di mano nelle tasche nei momenti di sconforto. 

L'accurata ricerca fotografica  che ha trasformato il libro in una mostra (esposta dal 20.11 al 26.11 nella Sala Scicluna per l'occasione) è stata condotta da 23 fotografi che non hanno semplicemente scattato delle fotografie, ma hanno individuato e approfondito 8 tematiche tra cui l'importanza e la percezione del tempo, la capacità di comunicare attraverso i 5 sensi, il distanziamento sociale, l'immigrazione e la solidarietà.

Questo spettacolo è  passione. Amicizia. Impegno. Sudore. Coraggio. Empatia. Concentrazione. Entusiasmo. Libertà. Perseveranza. Complicità. Sensibilità. Fiducia. Comprensione. Speranza. Spontaneità. Fragilità.

Siete tutti invitati a lasciare a casa i vostri pensieri e a vivere questa esperienza emotiva. Buona rinascita.

 

GIO 24 NOV - dalle ORE 18 alle ORE 20

apertura delle mostra fotografica

NDP "Niente di personale - una voce nel silenzio"

 

VEN 25 NOV - dalle ORE 18 alle ORE 20

Apertura della mostra fotografica

NDP "Niente di personale - una voce nel silenzio" 

con Doriana De Vecchi.

Introduzione a cura di Unione Donne del Terzo Millennio – ODV

 

Tratta dall'omonimo romanzo di Doriana De Vecchi, si trasforma in un momento di riflessione condivisa nell'evento "NdP - una voce nel silenzio", in collaborazione con il circolo fotografico Casellese.

Gli scatti diventeranno parole, reading, teatro, confronto e dialogo. 

Una foto sa scrivere con inchiostro di luce ed in questo viaggio visivo cercheremo proprio la luce, quella degli occhi che brilla in quelle donne che hanno trovato la forza di ricostruire legami di fiducia, d'amore o d'amicizia, perché i lividi sono la corsa ad ostacoli da superare. A questo serve il tempo perchè esso sa essere gentiluomo. Ci vuole tempo per costruire. Tempo per conoscere, per rialzarsi. Tempo per sperare, per trovare il coraggio di cambiare strada e prospettiva. Tempo per ritrovare la forza dei nostri sensi, che sono capaci di percepire, ascoltare, connettere le anime con delicatezza. Gli stati d'animo non si possono spiegare, ma si percepiscono sotto pelle perchè lì piangiamo e ridiamo alla stessa maniera. Nell'empatia ognuno ha una sua dimensione interconnessa. In questa società in cui ci sono migliaia di IO e milioni di MIO, tutti noi, spettatori e attori di questa vita, possiamo ritrovare il nostro sentire umano all'unisono. 

Allora sì, possiamo ridere e piangere insieme, assieme. 

La libertà è un gradino da superare, oltrepassato il quale si può rincominciare a volare. Lo dobbiamo tutti a noi stessi, quel gradino, ma a volte non abbiamo la forza di guardarlo, di superarlo e di viverlo. 

Ognuno di noi può essere quella voce che spezza il silenzio, e ritrova la propria libertà, quella che ci meritiamo.

 

SAB 26 NOV – ORE 20:30

TI CANTO LE PAROLE

Tributo a Rosa Balistreri e a Ignazio Buttitta,

un incontro dal sapore antico che regala emozioni sempre attuali.

Di Massimo e Gioachino Marsala

Con I NUOVI CANTASTORIE:

Mariella Voglino e Gioachino Marsala: voci narranti

Massimo Marsala: Tastiera, canto e arrangiamenti

Katya Yarmanava: violino

Germana Canali: canto

Marzio Gaudeni: basso

Gino Cristallo: cajon

Pino Carlucci: chitarra

Un viaggio nella terra delle contraddizioni dove il male e il bene, la bellezza e lo scempio, il pianto e il sorriso convivono da sempre, una Sicilia che guarda al futuro senza riuscire mai a liberarsi di un passato che non è solo memoria ma soprattutto catene. “I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria.”(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

I Nuovi Cantastorie, raccontano, attraverso le poesie di Ignazio Buttitta, le canzoni (rivisitate) di Rosa Balistreri e fatti di cronaca, una terra che è infinita bellezza per gli occhi: Quel che fa della Sicilia, una terra necessaria a vedersi e unica al mondo, è il fatto che da un'estremità all'altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura” “(Guy de Maupassant), ma nel contempo capace di riempirli di lacrime che non avranno mai tempo per asciugarsi perché la Sicilia è un racconto che insegue un racconto.

In situazioni estreme come queste ancora di più si accentua la diversità e la singolarità degli individui, ma in soccorso di questo stagnante modo di vivere arriva l’arte che in maniera naturale riesce ad equilibrare anime e modi di pensare, che scelgono come punto d’incontro la bellezza di un progetto comune, annullando ogni forma di discriminazione. Nel nostro caso, la particolare identità di Rosa Balistreri si fonde velocemente con la vivacità e le capacità artistiche di Sciascia, Guttuso, Fo e lo stesso Buttitta, che le aprono, non solo la porta di casa, ma soprattutto quella del cuore. L’arte è terreno fertile, ne è prova la bellissima canzone/testamento di Rosa, “Quannu Moru” (Quando morirò) che chiude lo spettacolo.

EVENTI SU PRENOTAZIONE CON SMS O MSG WHATSAPP AL CELL 347 4002314

 

Info e Contatti:

Unione Donne del 3°Millennio ODV

Via Vanchiglia, n.6 – 10124 Torino tel. 011 263 9710

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.unionedelledonne.org

Sala Scicluna:

cell 347 4002314 | e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

fb:https://www.facebook.com/SalaScicluna - instagram: https://www.instagram.com/sala_scicluna/

sito: https://www.nuovecosmogonieteatro.com/index.php/it/

UN LINK PER VISIONARE LA SCORSA STAGIONE DI SALA SCICLUNA:

https://www.facebook.com/SalaScicluna/videos/381694543758590

SALA SCICLUNA, VIA R. MARTORELLI 78, 10155 TORINO – INTERNO CORTILE

Info stradali: IN AUTO: In caso non si trovasse parcheggio nelle vie attigue è consigliabile l'area mercatale di Via Nicola Porpora, poco distante.

IN BUS: linea 4 direzione Falchera, scendere a fermata Gottardo;
linea 51 direzione Park Stura, scendere a fermata Rondissone.

 
 

Altre date

  • Sabato 26 November 2022 20:30
  • Venerdì 25 November 2022 18:00
  • Giovedì 24 November 2022 18:00
  • Domenica 20 November 2022 17:00
  • Sabato 5 November 2022 20:45

Lista Partecipanti

 Non ci sono Participanti 

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Contatti

Nuove Cosmogonie Teatro & Sala Scicluna
via R. Martorelli, 78 - 10154 Torino (interno cortile)
Tel. + 39 347 4002314
e-mail: nuovecosmogonie@libero.it

In bus da Stazione PORTA NUOVA si consiglia la linea 4 - scendere alla fermata GOTTARDO.
Da PORTA SUSA linea 51 - scendere alla fermata RONDISSONE.

In auto si consiglia di partire per tempo e cercare parcheggio nelle vie attigue, consigliate via Sempione e via Gottardo.

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Recensioni

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Andrea Demarchi