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JUST WALKING

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Categoria
Spettacoli
Ultima data
Sabato 26 October 2024 18:00
Luogo
SALA SCICLUNA - Via R. Martorelli 78 - TORINO
Telefono
+39 347 4002314
Email
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SALA SCICLUNA
SENTIERI DEL SENTIRE -
STAGIONE EVENTI ANNO 2024/25

PRESENTA:

 

 

SAB 26 OTTOBRE 2024 | ORE 18

DOM 27 OTTOBRE 2024 | ORE 16

 

JUST WALKING DURATA 90 / 120 min.

una performance di Michele Losi | con Michele Losi e Giulietta De Bernardi | elementi di scena e costumi Stefania Coretti | musiche Luca Maria Baldini e Nori Tanaka | coaching attorale Sebastiano Sicurezza | movimento Filippo Porro Azioni Fuori Posto | testi di Michele Losi con la collaborazione di Sofia Bolognini | una produzione Campsirago Residenza | con Omnicent Hukia / D:DNA | distribuzione Alessandra Di Pilato | ufficio stampa Giulia Castelnovo | fotografie Alvise Crovato | video Luana Giardino produzione Valentina Brignoli

 

Da dove si comincia? I muscoli si tendono. Una gamba è il pilastro che sostiene il corpo eretto. Tra il cielo e la terra. L’altra è un pendolo che oscilla da dietro. Il tallone tocca la terra. Tutto il peso del corpo rolla in avanti sull’avampiede. L’alluce prende il largo, ed ecco, il peso del corpo in delicato equilibrio, si sposta di nuovo. Le gambe si danno il cambio. Si parte con un passo, poi un altro, e un altro ancora, sommandosi come lievi colpi sul tamburo, formano un ritmo: il ritmo del camminare.

 

Il tema della performance prodotta da Campsirago Residenza è il cammino: il cammino nell’evoluzione della storia dell’umanità e il cammino in relazione al tempo presente e alla società contemporanea. Lo studio è partito da una pratica ventennale e da un testo fondamentale: La storia del camminare di Rebecca Solnit, il principale tentativo di ricostruire in modo sistematico il ruolo del cammino nella civiltà e nella cultura occidentali.

 

Il grande antropologo Andrè Leroi-Gourhan sosteneva che l’uomo divenne uomo quando liberò mani e bocca dai vincoli dei quattro appoggi. Divenne in sostanza uomo da quando imparò a camminare, rendendo sostanziale la posizione eretta. Per Leroi-Gourhan più che animale razionale, più che bipede implume, l’uomo è l’essere camminante per eccellenza. “La storia dell’umanità inizia allora con i piedi […]. L’umanità è in cammino, da sei milioni di anni. Per molti aspetti siamo sapiens grazie alla capacità di spostamento sulle lunghe distanze che ci ha portato lontano, a esplorare di volta in volta i nostri limiti, ad attraversare e incorporare paesaggi per poi trasformarli, a ponderare le nostre capacità adattive in ambienti sempre nuovi, a plasmare un cervello che deve alla plasticità e alla flessibilità la sua unicità.”

 

Già Aristotele aveva definito il camminare ciò che definisce e contraddistingue l’umanità. L’essere bipedi non è una caratteristica accidentale, ma un elemento essenziale dell’uomo.

 

Il camminare somiglia ad una lettura/scrittura. Il camminare è anche usato come linguaggio performativo finalizzato a trasmettere messaggi espliciti in una dialettica collettiva di tipo politico/democratico. Le avanguardie artistiche del Novecento portarono alle estreme conseguenze il significato di critica sociale attribuito all’attività del camminare. Per i Dada il percorrere a piedi gli spazi banali e marginali della città equivaleva a contrapporre all’estetica dominante un’estetica ludica e performativa.

 

Nel corso dell’esperienza in cammino tratteremo il tema del vagabondare poetico, della strada come luogo della percezione del pericolo, la pratica dei pellegrinaggi, delle marce, delle manifestazioni, dei pride, per arrivare infine a un incontro con il mondo del meditativo e del riallineamento, nella riconnessione con il proprio IO corporeo e spirituale.

Essendo il camminare individuale e collettivo uno dei modi di occupare lo spazio pubblico, la storia del camminare è anche inevitabilmente una storia del rapporto tra spazio e società, e quindi della relazione tra democrazia e spazio pubblico. Infatti la ‘camminabilita’ di uno spazio coincide in larga misura con la sua democraticità. Ciò ovviamente a condizione che il concetto di walkability, sia inteso in senso ampio e includa la possibilità dei diversi soggetti e gruppi sociali di manifestare sé stessi e la propria identità politica e culturale, sessuale e religiosa. C’è quindi un tema politico molto forte dietro il cammino. Camminare è democrazia in relazione agli spazi pubblici. I più grandi cambiamenti di rotta politica e culturale, così come le grandi rivoluzioni della storia, sono quasi sempre avvenuti tramite l’appropriazione di piazze, strade, spazi pubblici grazie a marce, manifestazioni, grandi camminate comunitarie.

 

Il Pride ad esempio è uno degli atti performativi con cui una comunità, in questo caso quella Gay prima e LGBTQ+ oggi, scende in strada e marcia a piedi per essere riconosciuta, per mostrare la propria esistenza identitaria e combattere gli stereotipi. Camminare insieme, riappropriandosi degli spazi pubblici, è quindi costruzione del mondo democratico.

Non manca un omaggio alle madri di Plaza de Mayo che, dal 30 aprile 1977 ogni settimana, continuano a camminare in senso antiorario intorno all’obelisco dell’omonima piazza indossando fazzoletti e cartelli con i nomi dei figli scomparsi e la data della scomparsa, in un rituale in cui non è concesso dimenticare e in cui la memoria recupera il proprio significato più profondo. Camminando.

 

Lo performance ha due versioni: una per gli spazi urbani, già prodotta, ed una per gli spazi naturali.

 

Quest’ultima, prodotta in Giappone tra il mese di ottobre e quello di novembre 2023, si è avvalsa della consulenza artistica e musicale del maestro Nori Tanaka e la supervisione alle camminate Zen e in Natura dei monaci Yamabushi del Monte Hikosan.

 

 

RASSEGNA STAMPA

Ci siamo mai chiesti come camminiamo? Quali sono i modi di camminare? Cosa succede quando camminiamo? Come percepiamo quello che ci sta intorno? Sono le domande a cui cerca di rispondere Just walking, il cammino-performance di Michele Losi, regista e attore che da anni mette in scena spettacoli decisamente originali di teatro del paesaggio. Abbiamo partecipato a una delle prime esibizioni, per le strade di Mondonico. La troviamo un’esperienza che chi ama camminare dovrebbe fare, che ti aiuta a mettere un piede davanti all’altro con più consapevolezza, ad ascoltare meglio il tuo corpo, ad affinare i sensi e la creatività.

 

Just walking riprende alcuni concetti e modalità di un lavoro precedente, Alberi Maestri, ambientato nei boschi. Parte da uno studio della filosofia del camminare che attraversa i secoli. […] Nel mezzo, il lavoro di autori, filosofi, politici, camminatori che hanno portato avanti il pensiero passo dopo passo. Nel corso dell’esperienza abbiamo provato i diversi modi del camminare, in uno spazio urbano fatto di strade asfaltate, rotonde, stazioni, marciapiedi, cavalcavia. Un panorama come tanti, in cui è il modo in cui camminiamo a fare la differenza e a farci vedere il mondo con occhi più attenti. Proviamo a muoverci in fila indiana come degli esquimesi, a zig zag come in un gioco da bambini, mano nella mano come nella marcia di Martin Luther King, a braccetto come quelle del Mahatma Gandhi.

 

Mentre risuonano ritmi tribali, musiche trance ma anche Walk on the wild side di Lou Reed e testi originali, giriamo intorno alle rotonde, vagabondiamo, meditiamo e ci riallineiamo con il mondo che ci circonda. Un’immersione profonda favorita dall’isolamento acustico che stimola i sensi, allarga la percezione, invita a pensare. È il concetto di ‘walkability’ inteso in senso ampio, un camminare individuale e collettivo per occupare lo spazio pubblico: camminare è democrazia in relazione agli spazi pubblici. […] Just walking è un’esperienza che puoi fare ovunque. Si adatta alle periferie più anonime come al centro delle grandi città (la prima assoluta è stata alla Biblioteca degli Alberi a Milano). E che ti lascia con i sensi rinnovati, la mente libera e un gran senso finale di divertimento.

(Cosa succede quando cammini: Just Walking e il cammino che rende liberi di Martino De Mori, 3ottobre 2023)

 

 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Henry David Thoreau Disobbedienza civile; Camminare;

Walden ovvero Vita nei boschi

Rebecca Solnit Storia del camminare //

Bruce Chatwin Le Vie dei Canti

Enzo Braschi La conoscenza segreta degli indiani d’America //

Rainer Maria Rilke Del paesaggio

Pierercole Musini Gandhi. Il seme della non violenza

J.J. Rousseau Le fantastiche vie di un viandante solitario

Thic Nhat Hanh Il miracolo della presenza mentale //

Pauline Olvieros Deep Listening

Francesco Carreri Walkscapes camminare come pratica estetica

Walter Benjamin Infanzia berlinese

 

Info e contatti:

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+39 039 9276070

 

SU PRENOTAZIONE CON SMS O MSG WHATSAPP

AL CELL DI SALA SCICLUNA 347 4002314

indicare titolo evento, nome e numero prenotati

 

Contributo all’ingresso: 

€ 10 adulti

€ 7 ragazzi a partire dai 12 anni

 


Info e Contatti SALA SCICLUNA:

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SALA SCICLUNA, VIA R. MARTORELLI 78, 10155 TORINO – INTERNO CORTILE

Info stradali:
IN AUTO: In caso non si trovasse parcheggio nelle vie attigue si consiglia l'area mercatale di Via Nicola Porpora

IN BUS: linea 4 direzione Falchera, scendere a fermata Gottardo;
linea 51 direzione Park Stura, scendere a fermata Rondissone.

Foto Alvise Crovato

 
 

Altre date

  • Domenica 27 October 2024 16:00
  • Sabato 26 October 2024 18:00

Lista Partecipanti

 Non ci sono Participanti 

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Contatti

Nuove Cosmogonie Teatro & Sala Scicluna
via R. Martorelli, 78 - 10154 Torino (interno cortile)
Tel. + 39 347 4002314
e-mail: nuovecosmogonie@libero.it

In bus da Stazione PORTA NUOVA si consiglia la linea 4 - scendere alla fermata GOTTARDO.
Da PORTA SUSA linea 51 - scendere alla fermata RONDISSONE.

In auto si consiglia di partire per tempo e cercare parcheggio nelle vie attigue, consigliate via Sempione e via Gottardo.

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Recensioni

E’ uno fra gli spettacoli più interessanti e fascinosi cui mi sia capitato di assistere di recente. La tridimensionalità degli oggetti, la drammaturgia musicale e, in generale, del sonoro, la ricerca di un particolare tipo di illuminazione e degli effetti che ne derivano, contribuiscono a fare di questo spettacolo non una semplice, e forse prevedibile, opera di divulgazione scientifica in costume ma il racconto di vite e di menti straordinarie messo in scena con il linguaggio straordinario e affascinante, incantato e allo stesso tempo preciso ed esatto, del teatro nella varietà delle sue forme.
Andrea Demarchi