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IL CANTO DEL NULLA - Oratorio per voce e traccia musicale

Category
Spettacoli
Date
2025-02-22 20:45
Venue
SALA SCICLUNA
Telephone
+39 347 4002314
Email
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SALA SCICLUNA
SENTIERI DEL SENTIRE -
STAGIONE EVENTI ANNO 2024/25

PRESENTA:

SAB 22 FEB 2025 | ORE 20:45

IL CANTO DEL NULLA

Oratorio per voce e traccia musicale

Voce e regia:Antonello Mendolia

Sound design:Igor Mendolia

 

John Donne (1572-1631), LA QUIETE

John Milton (1608-1674), Paradiso perduto - intro e primo monologo di satana

Friedrich Hölderlin (1770-1843), LA MIA PROPRIETA’

Giacomo Leopardi (1798-1837), LE RICORDANZE

Giuseppe Ungaretti (1888-1970), LA PIETA’

 

Sulla scorta di un percorso ormai trentennale che parte dal Paradise Lost di Milton e si snoda tra Rilke e Leopardi, Auden e D’Annunzio, la ricerca di Antonello sulla parola poetica si concentra sulla preminenza del significante nell’interazione tra voce e spazio di ascolto.

 

Il conferimento di carattere prioritario che in questa ricerca assume la phoné, la modulazione sonora vocale, l’aspetto formale rispetto al significato veicolato, dischiude una possibilità di apertura a uno spazio non euclideo a cui solo la grande musica e il grande teatro sanno attingere: il superamento della parola stessa, mummificata nel suo significato calcificato per automatismi di attribuzione secolari e meccanicamente riprodotti (parole-cadaveri), in una dimensione di emersione di una molteplicità sincrona di significati latenti e oscurati capaci di produrre uno spazio di ascolto inaudito in cui la voce umana, non più mezzo, strumento, veicolo, si fa materia stessa poetica, soggetto e oggetto del canto. Il significato, allora, si trasferisce dalla parola alla voce, il significante (la phoné) si fa significato trasfigurato.

 

All’interno di questa macro area di lavoro emerge un tema concettuale ed esistenziale di rilevanza cruciale che permea l’intera storia della civiltà occidentale: il nulla. A partire dalla nascita del pensiero filosofico presocratico l’istituzione del concetto del niente (ni-ente: non ente, negazione dell’essere) getta le fondamenta su cui i secoli hanno edificato un’architettura intellettuale e materiale straordinariamente complessa dentro la quale ogni umano, da allora, nasce, vive e muore ignaro.

 

Il nulla permea concettualmente la nostra esistenza (e per conseguenza ogni suo aspetto, anche i più apparentemente banali e quotidiani) così profondamente che la sua presenza incombente -in un lungo, faticoso, febbrile e spesso tragico lavorio secolare di esorcizzazione- ci è ormai ignota sul piano della coscienza collettiva.

 

Ma la sua presenza permane e si rafforza nel tempo: la nostra è ormai da millenni una civiltà radicalmente nichilista che paga ogni giorno il suo contributo al nulla con l’angoscia corrosiva che scaturisce dalla coscienza della precarietà della nostra esistenza e dalla minaccia persistente della fine che incombe su ognuno e su tutto. Un baratro su cui le nostre esistenze hanno imparato nel corso del tempo a tessere fili sottili a cui aggrapparsi (la religione, l’arte, l’amore, i valori, il potere, il possesso…) di cui tuttavia ognuno di noi conosce, nel proprio profondo, la fragilità.

 

E’ questa fragilità irrimediabile che hanno colto i grandi poeti, questo assedio del nulla, questo abisso che annichilisce, e vi hanno dato voce sublime. I cinque poeti di questa ricerca, la cui parola ha attraversato i secoli senza cedimenti ed è giunta intatta alla sensibilità contemporanea, sono tutti portatori consapevoli di questa voce, ognuno nella specificità della propria esistenza e del proprio genio.

 

Leggere "in voce" i versi di questi cantori del nulla è impresa ardua, quasi temeraria. Un'ombra e una luce aleggiano intorno a ogni verso, a ogni parola, un controcanto evocabile solo nel silenzio che scaturisce dalla voce dell'anima. I versi di ognuno di loro sono scritti, quasi una partitura impalpabile, per questa voce interiore. Chi si azzardi a farli risuonare attraverso le corde vocali umane, lo fa a suo rischio e ne paga il prezzo: la perdita fatale dell'ombra-luce: del controcanto, la brutale banalizzazione, il sentimentalismo volgare.

 

In questa lettura la voce umana si fonde pertanto con una tessitura musicale che si pone come deuteragonista capace di risuscitare l’ombra, restituirle un corpo luminoso percepibile ai sensi. Come richiamare al presente, sia pure nell’attimo fugace in cui il suono attraversa lo spazio, un tempo senza tempo, inattingibile alla voce umana. Un tempo (e una dimensione dell’essere) la cui incolmabile distanza rispetto alla condizione dell’io “gettato nel tempo” e prigioniero del nulla produce quel sentimento di inesplicabile e inconsolabile struggimento che la coscienza contemporanea conosce fin troppo bene.

 

ANTONELLO MENDOLIA

A partire dagli anni ‘70 attivo in produzioni teatrali in qualità prima di attore e poi di regista con i maggiori Teatri Stabili e Compagnie di giro italiane: Stabile Torino, Stabile Emilia Romagna, Stabile di Firenze, Teatro Regionale Toscano, Gruppo della Rocca, Teatro degli Immediati. Collabora con registi del calibro di Roberto Guicciardini, Carlo Cecchi, Egisto Marcucci. Dirige spettacoli presenti alle più prestigiose rassegne teatrali nazionali (Fiesole, Spoleto, Sant’Arcangelo di Romagna, Chieri).

 

A fine anni ’80 insegna alla New York University (Experimental Theatre Wing) “Maschera e Ruolo nel Teatro europeo dalle origini ad oggi”.

Prosegue l’attività didattica in Italia ed Europa (in particolare ad Amsterdam e Berlino) partecipando, come relatore, anche a numerosi workshop internazionali di teatro di ricerca.  

Dagli anni ‘90 partecipa a innumerevoli performance in collaborazione con musicisti e compositori europei appartenenti all’area della Nuova Musica con i quali svolge una personale ricerca in ambiti della parola poetica: dal Paradiso Perduto di Milton ai Canti di Leopardi, dalle Memorie del Sottosuolo di Dostojevskj alle Elegie Duinesi di Rilke.

 

IGOR MENDOLIA, classe 1971, regista, montatore e sound designer ha collaborato con la RAI per diversi progetti tra cui la serie di documentari “Anni Spietati”. È autore di cortometraggi. Dal 2022 si occupa di podcast e ha fondato a Torino la Noise Reduction Studios di cui è direttore artistico. È il regista del podcast “Gli sconfitti”.

 

SU PRENOTAZIONE CON SMS O MSG WHATSAPP

AL CELL DI SALA SCICLUNA 347 4002314 –

indicare titolo evento, nome e numero prenotati

Contributo all’ingresso:

10adulti

7€ ragazzi a partire dai 12 anni

5€ bambini sino a 11 anni compiuti

 

 Ph:Massimo Brenta


Info e Contatti SALA SCICLUNA:

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SALA SCICLUNA, VIA R. MARTORELLI 78, 10155 TORINO – INTERNO CORTILE

Info stradali:
IN AUTO: In caso non si trovasse parcheggio nelle vie attigue si consiglia l'area mercatale di Via Nicola Porpora

IN BUS: linea 4 direzione Falchera, scendere a fermata Gottardo;
linea 51 direzione Park Stura, scendere a fermata Rondissone.

 
 

All Dates

  • 2025-02-22 20:45

List of Participants

 No Participant 

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Nuove Cosmogonie Teatro
via R. Martorelli, 78 - 10154 Torino (interno cortile)
Tel. + 39 347 4002314
e-mail: nuovecosmogonie@libero.it

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Reviews

It's one of the most interesting and fascinating shows I've seen recently.The three-dimensionality of the objects, the musical dramaturgy and, in general, of the sound, the search for a particular type of lighting and the effects that derive from it, contribute to make this show not a simple, and perhaps predictable, work of scientific divulgation in costume but the story of lives and extraordinary minds staged with the extraordinary and fascinating language, enchanted and at the same time precise and exact, of the theater in the variety of its forms.
Andrea Demarchi